L’obiettivo è far viaggiare le merci più velocemente e con maggiore efficienza logistica tra il Nordest e il Nordovest d’Italia e i rispettivi porti. Un nuovo passo in questa direzione arriva con l’annuncio dell’apertura del nuovo Fast Corridor tra l’Interporto di Padova e il terminal Psa Pra’
Padova – L’obiettivo è far viaggiare le merci più velocemente e con maggiore efficienza logistica tra il Nordest e il Nordovest d’Italia e i rispettivi porti. Un nuovo passo in questa direzione arriva con l’annuncio dell’apertura del nuovo Fast Corridor tra l’Interporto di Padova e il terminal Psa Pra’ del porto di Genova, che si aggiunge a quello attivato nel 2018 con il porto della Spezia. Il nuovo servizio di collegamento Padova-Genova sarà operato da Logtrainer e Mercitalia Rail, iniziando con una frequenza di otto treni alla settimana da 40 contenitori a convoglio. Semplificazione dei processi grazie all’automazione tecnologica, operazioni doganali effettuate già all’arrivo in interporto, instradamento diretto delle merci alle navi in porto: “Un corridoio come questo comporta un grande vantaggio nel trasferimento delle merci, un vantaggio per l’intero tessuto produttivo” spiega Roberto Tosetto, direttore generale di Interporto Padova.
L’attività dell’infrastruttura logistica veneta, al vertice in Italia nel suo genere per livello di innovazione tecnologica, nel 2021 ha registrato una notevole crescita (+13% di treni e +10% in unità intermodali rispetto al 2020), con l’obiettivo di arrivare rapidamente al 100% di movimentazione automatizzata delle merci 24 ore su 24. Ma altro potrebbe aggiungersi nei prossimi anni sulla direttrice logistica Est-Ovest del Nord Italia. Alpe Adria, la società logistica del porto di Trieste, sta infatti analizzando il progetto di un nuovo corridoio ferroviario tra il Friuli Venezia Giulia e Alessandria in Piemonte, con connessioni intermodali per il traffico continentale con l’Interporto di Cervignano, con il terminal gestito dall’Autobrennero di Isola della Scala nel Veronese, e con un altro terminal a Milano.
Anche, in prospettiva, coinvolgendo il porto di Genova, che verrebbe così collegato in maniera più diretta alle reti dell’Europea centro-orientale, dalla Baviera all’Ungheria, dall’Austria ai Balcani. E proprio sul tema del rafforzamento delle infrastrutture tra il Nord Italia e l’area balcanica si segnala inoltre l’attività del Napa (North Adriatic Ports Association), che raggruppa i porti di Trieste e Monfalcone, di Venezia e Chioggia, di Ravenna, di Capodistria e di Fiume. Sulla scia del protocollo di cooperazione transfrontaliera italo-sloveno-croata firmato a dicembre 2021 dai ministri dei trasporti dei tre Paesi, ai prossimi European Maritime Days di Ravenna (19-20 maggio) il Napa presenterà il piano d’azione per la cooperazione tra i porti dell’Alto Adriatico nell’ambito dell’iniziativa Eu “Fit for 55”.
Con il supporto già dichiarato del Coordinatore europeo per le Autostrade del mare, Kurt Bodewig, il piano operativo sarà centrato proprio sui temi della multimodalità, della digitalizzazione dei processi operativi e dell’efficienza energetica, e potrà beneficiare dei finanziamenti Ue previsti dalla nuova programmazione Cef2 (Connecting Europe Facility). In occasione della firma dell’accordo tra i tre Paesi a dicembre la Commissaria europea per i Trasporti, Adina Valean, ha anche annunciato lo stanziamento di cinque miliardi di euro per rafforzare i collegamenti ferroviari italiani lungo la dorsale adriatica, elogiando il Napa come uno degli esempi migliori di cooperazione transfrontaliera in Europa, perché è “fondamentale per i corridoi europei e offre la rotta più breve per tutta l’Europa”.
Forte in questo senso è l’attenzione sugli investimenti per i collegamenti infrastrutturali con i Paesi dell’ex Jugoslavia anche da parte degli attori del Sistema Nordest per l’internazionalizzazione, promosso con un forte focus sui Balcani dalle Regioni Friuli Venezia Giulia, Veneto e Provincia Autonoma di Trento con soggetto esecutore Finest, la società finanziaria per l’internazionalizzazione delle imprese del Triveneto. Nel frattempo, sul tema del ruolo economico degli interporti in Italia, l’Uir (Unione Interporti riuniti) chiede una riforma della legge 240/90 che li istituì come parternariati pubblico-privato. Tema su cui, in occasione della tavola rotonda Uir “Interporti al centro” tenutasi a Padova l’8 aprile alla presenza del ministro delle infrastrutture e dei trasporti Enrico Giovannini, è stato presentato il rapporto Nomisma “La transizione energetica e la Rete degli Interporti italiani”.
Articolo a cura di Federico Piazza